Whitby, il villaggio di Dracula

È risaputo che Dracula, il personaggio creato dalla penna di Bram Stoker, nacque in Transilvania. Ma è meno noto il fatto che lo scrittore creò il suo personaggio mentre era in vacanza in un villaggio della costa dello Yorkshire: a Whitby. Questo paese custodisce ancora oggi vari luoghi legati alla genesi del romanzo, primo tra tutti le suggestive rovine dell’antica abbazia. Se anche voi siete rimasti affascinati dal racconto gotico di Stoker, non dovreste perdervi una sosta in questo delizioso villaggio nel nord dell’Inghilterra. 

le rovine dell'abbazia Whitby

Ma partiamo dall’inizio. Bram Stoker arrivò alla pensione della signora Veazey al numero 6 di Royal Crescent, a Whitby, alla fine di luglio del 1890. In quanto assistente personale del noto attore dell’epoca Henry Irving, Stoker aveva appena completato un estenuante tour teatrale in Scozia. Fu proprio Irving a raccomandargli Whitby come luogo di villeggiatura. In quel periodo Stoker, che aveva già scritto due romanzi ambientati nella sua terra natía, l’Irlanda, si stava accingendo a lavorare  ad una nuova storia. Questa si sarebbe dovuta ambientare in Stiria (Austria), con un personaggio centrale chiamato Conte Wampyr.

Ma fu a Whitby che il promontorio spazzato dal vento, le drammatiche rovine dell’abbazia e un libro trovato per caso nella biblioteca del villaggio, ispirarono Stoker durante la creazione del suo capolavoro.  

L’Abbazia di Whitby

In una posizione che domina l’intera città, su un dirupo che si getta a precipizio sul mare  turbolento dello Yorkshire, si trova l’Abbazia di Whitby. Si tratta delle rovine di un ex monastero benedettino, fondato nell’XI secolo. In Dracula, Mina Murray la descrive cosí in una pagina del suo diario:

Proprio sopra la città c’è la rovina dell’Abbazia di Whitby, che fu saccheggiata dai danesi […] È una rovina molto nobile, di dimensioni immense e piena di scorci belli e romantici; c’è una leggenda secondo cui una dama bianca viene vista in una delle finestre.

Sotto l’abbazia sorge l’antica chiesa parrocchiale di St Mary, arroccata sulla East Cliff, a cui si accede tramite una scalinata di 199 gradini. Il trascorrere del tempo ha deteriorato le tombe, alcune delle quali vacillano precariamente sul bordo della scogliera in erosione. Alcune lapidi sono collocate su tombe vuote, in ricordo di quei marinai i cui corpi andarono perduti in viaggi lontani. Bram Stoker ebbe modo di annotarne le iscrizioni ed i nomi. Tra questi appariva il nome “Swales”, nome che lo scrittore utilizzò per la prima vittima di Dracula a Whitby.

il cimitero della chiesa di St. Mary a Whitby

Il primo incontro con Dracula

L’8 agosto 1890, Stoker si diresse nella biblioteca pubblica del villaggio. Fu lì che trovò un libro, pubblicato nel 1820, che narrava le esperienze di un console britannico, un certo William Wilkinson, nei principati di Valacchia e Moldavia. Nel testo veniva citato un principe del XV secolo chiamato Vlad Tepes, che si diceva avesse l’abitudine di impalare i suoi nemici con pali di legno. Era conosciuto come Dracula. Secondo l’autore del libro, “Dracula in lingua locale significa diavolo. Gli abitanti della Valacchia erano soliti dare questo come nome a qualsiasi persona che si faceva notare per coraggio, crudeltà e astuzia”. Stoker prese nota.

l'abbazia di Whitby ispirò Bram Stoker quando scrisse Dracula

La nascita del romanzo

Fu proprio durante la sua permanenza a Whitby che Stoker sentì parlare del naufragio, avvenuto cinque anni prima, di una nave russa chiamata Dmitry. Il veliero che trasportava sabbia argentata si era incagliato sulla Tate Hill Sands proprio sotto la East Cliff. Non è difficile riconoscere le similitudini con gli avvenimenti del romanzo:

  1. Il nome della nave che trasporta Dracula in Inghilterra è Demetra;  
  2. Il vampiro si nasconde tra le casse di sabbia argentata e terra; la nave fa naufragio durante una tremenda tempesta sugli scogli di Whitby. 
  3. Nel libro la data del naufragio è l’8 agosto, guarda caso la stessa data in cui Stoker lesse per la prima volta di Dracula nella biblioteca del villaggio.

Nonostante trascorsero altri 6 anni prima della pubblicazione del romanzo è evidente che Whitby ebbe un ruolo cruciale nella genesi di Dracula. Forse non sapete che inizialmente Stoker ne fece il copione per un’opera teatrale, che sperava sarebbe stata interpretata dallo stesso Irving, ma quando questi si rifiutò, lo scrittore decise di trasformarlo in un romanzo epistolare. 

Cosa vedere a Whitby oggi

Oggi i visitatori possono ancora ammirare le spettacolari rovine dell’abbazia, poco mutate da quando le vide Bram Stoker, e tutt’ora abitate da pipistrelli.   

Si possono ancora salire i 199 gradini, gli stessi che Dracula percorre, sotto le sembianze di cane, dirigendosi verso la Chiesa subito dopo il naufragio. 

Nel cimitero della Chiesa di St Mary è ancora presente la lapide di un uomo di nome Swales. 

I fan di Dracula non dovrebbero quindi farsi mancare una visita in questa cittadina sulla costa inglese, che, al di là delle connessioni letterarie, rimane un posto gradevole da esplorare. La vista dell’abbazia è una delle più suggestive d’Inghilterra.

Per altre idee ed informazioni su cosa vedere nello Yorkshire vi consiglio di dare un’occhiata al mio articolo su questa regione dell’Inghilterra ricca di attrazioni.

I 199 gradini di Whitby

Informazioni pratiche

È consigliabile visitare Whitby in auto (raggiungibile, partendo da York, in meno di 2 ore). Whitby ha una stazione ferroviaria ma trattandosi di treni regionali la durata del viaggio tende ad essere molto lunga (oltre  3 ore per tratta da York).

L’abbazia, gestita da English Heritage, è visitabile a pagamento (10 sterline).

16 pensieri riguardo “Whitby, il villaggio di Dracula

  1. Le rovine di castelli e abazie mi affascinano sempre molto! Infatti quando abitavo nei dintorni, era una delle mete che avevo sempre in mente. Ma per un motivo o per l’altro alla fine non ci sono mai stata! Peccato!!

  2. Wow, incredibile! Whitby sembra molto suggestivo ma con questo tuo « dietro le quinte » della stesura di Dracula lo è ancora di più! Non sapevo che Bram Stoker fosse assistente personale di Irving, molto interessante.

  3. Non conoscevo assolutamente questa connessione. D’altra parte gli scrittori trovavano ispirazione dai loro viaggi e sicuramente ha avuto un ruolo importante Whitby nella scrittura di Dracula, da come racconti tu. Ancora non ci sono stata, abitavo nel West Yorkshire ed era una gita che avevo in mente di fare. Spero di organizzare in futuro!

  4. Amo leggere queste cose che mi portano sempre un valore aggiunto, infatti non sapevo che tutto nacque in Inghilterra in realtà e non in Transilvania. Ti seguo volentieri questi racconti sono quelli che più adoro

  5. Dracula è tra i libri che amo, letto e riletto; adoro queste atmosfere misteriose e scoprire cosa ha portato alla stesura del libro lo rende ancora più affascinante. Grazie

    1. E scoprire che alcuni dei luoghi di cui parla Stoker sono ancora lí, esattamente come quando lo ispirarono, è davvero un’emozione 😊

  6. Confesso che non ho ancora letto il famoso romanzo di Stoker e nonostante abbia acquistato Dracula ormai una decina di anni fa è ancora lì sulla mia libreria che aspetta di essere letto. Questo tuo post mi ha incuriosito molto, anche perché non conoscevo la storia che ci fosse dietro alla stesura del romanzo.
    Sembra molto carina Whitby, nonostante il cielo coperto, tipico inglese ahah!

  7. Credo che il romanzo di Stoker sia il romanzo d’amore tra i più belli che io abbia letto, nonostante la piega horror. La location è affascinante e mi invoglia a farci un giro. Da appassionata di Dracula non posso perdermela.

    1. Se puoi vai è un luogo di estrema bellezza.
      Io vivevo a York e ci andavo spesso a camminare anche nelle tipiche giornate con il vento che ti porta via

  8. Interessantissima questa storia! Non avrei mai pensato che Stoker avesse preso spunto dai racconti di Whitby nello Yorkshire per scrivere il suo romanzo più famoso.

  9. Ho vissuto a York e mi manca terribilmente.
    Leggere i tuoi articoli mi riporta indietro e mi fa venir voglia ancora di mollare tutto e tornare lì.
    Chissà che non riaccada
    Complimenti sai descrivere i luoghi in modo che ci legge si sente immerso nel luogo stesso!

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