10 capolavori della Tate Britain di Londra

Eccomi qui con un altro articolo  dedicato ai pezzi imperdibili dei più importanti musei di Londra. Ovvero quelle opere che, anche se andate un pò di fretta, non dovreste lasciarvi sfuggire. Oggi vi accompagno alla scoperta dei capolavori della Tate Britain.

A scanso di equivoci, vi ricordo che a Londra ci sono due Tate: la Tate Modern e la Tate Britain. Questo a volte può creare un pò di confusione. Queste due strutture “sorelle” sono nate dalla necessità di suddividere il patrimonio artistico che fino al 2000 era ospitato alla Tate Gallery.   Le opere e gli artisti più recenti sono ora esposti alla Tate Modern, mentre il resto della collezione è visibile alla Tate Britain che ospita dipinti dal Medioevo agli inizi del ‘900.

La notorietà della Tate Modern ha in parte surclassato la Tate Britain. Tuttavia proprio quest’ultimo è uno dei miei musei preferiti. A due passi da Westminster, sulla riva nord del Tamigi, è un luogo affascinante per scoprire le opere dei più illustri pittori britannici e il contributo della Gran Bretagna all’arte mondiale

Cosi come avevo già fatto per la National Gallery, vi propongo qui una selezione di 10 capolavori della Tate Britain. Si tratta di pezzi particolarmente significativi ed evocativi. Ma ricordate che si tratta solo di uno spunto, che spero vi incoraggerà ad esplorare la galleria e approfondire ciò che più vi interessa.

I Capolavori della Tate Britain

Io non ho dato alcun ordine preciso alla mia lista  di capolavori e non si tratta di una classifica. Tuttavia può tornarvi utile sapere che alla Tate Britain le opera sono disposte  in ordine cronologico.

1. Ophelia – Sir John Everett Millais, 1852

Tra i capolavori della Tate Britain non potete perdervi questo incantevole dipinto. La rappresentazione inquietante di Millais della famosa eroina shakespeariana è ormai diventata iconica. Cattura il momento in cui Ofelia, impazzita per il dolore dopo che Amleto, l’uomo che ama, ha ucciso suo padre, si annega in un ruscello. È circondata da una serie di fiori simbolici, con violette che significano castità, papaveri e salici per la morte, ortiche e margherite  per l’innocenza. 

Ophelia di J.E.Millet è uno dei capolavori della Tate Britain

Ofelia è il risultato di mesi di minuziosa pittura sulle rive del fiume Hogsmill, vicino a Tolworth. Millais dipinse per 11 ore al giorno, sei giorni alla settimana per 5 mesi. A novembre iniziò a nevicare e Millais fece costruire una capanna vicino al fiume per consentirgli di completare il paesaggio. Poiché il dipinto ha impiegato così tanto tempo per essere prodotto le scene riguardanti la natura, nonostante siano minuziosamente osservate, appaiono in qualche modo sconnesse (come per esempio la presenza di fiori che sbocciano in periodi completamnete diversi dell’anno).  

Curiosità: Elizabeth Siddal fece da modella posando in una vasca nello studio del pittore. La stanza veniva riscaldata con delle candele e sembra che la fanciulla si sia ammalata a causa del freddo. Il padre della ragazza chiese a Millais, in una famosa lettera rimasta alla storia, 50 sterline per le spese mediche, (una bella cifra considerando che si trattava di circa il doppio dello stipendio annuale di una domestica). Alla fine i due si si accordarono per una somma inferiore. 

2. Draped seated woman – Henry Moore, 1957-8

Henry Moore nacque a Castleford, nello Yorkshire, in Inghilterra nel 1898. Lavorò come insegnante prima di andare alla Leeds School of Art per studiare arte e scultura. 

Curiosamente la maggior parte delle sue sculture sono figure femminili.

In quest’opera della Tate, Moore ha creato un ritratto della donna come archetipo della “Madre Terra”. Vi si ricoscono i famosi drappeggi tipici dell’artista. 

Noti sono i suoi studi sul drappeggio definiti Shelter Draws. Il termine deriva dal fatto che vennero realizzati durante la seconda guerra mondiale nella metropolitana di Londra dove i londinesi si rifugiavano durante i blitz aerei della Luftwaffe.

Dreaped seated woman, Henry Moore

3. The Mud Bath – David Bomberg, 1914

Le opera di Bomberg sono fortemente influenzate dal Cubismo e dal Futurismo Italiano (Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, and Gino Severini) oltre che dal Vorticismo.

The Mud Bath è una delle opere più significative dell’artista. La scena è basata sui bagni di vapore russi Schewzik a Brick Lane, Whitechapel, vicino alla casa di Bomberg nella zona est di Londra, utilizzati dalla popolazione ebraica locale per la pulizia e per le osservanze religiose. 

Questo dipinto mostra il tipico utilizzo di un numero limitato di colori decisi- in questo caso rosso, bianco e blu – per immaginare la forma umana. Le figure umane sono state trasformate in forme semplici e spigolose, che riflettono la forma, lo stile e la materia dei futuristi e dei vorticisti. Tuttavia Bomberg ha sempre rifiutato l’invito a unirsi ufficialmente ad un movimento artistico. 

C’è una dirompente energia in dipinti come questo, i quali vennero giudicati troppo audaci e gli costarono l’espulsione dalla Slade School of Art nel 1913. 

The Mud Bath

4. Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion – Francis Bacon, 1944

Tre studi per figure alla base di una crocifissione è un trittico del 1944 dipinto dall’artista britannico di origine irlandese Francis Bacon. Le tele sono basate sulle Eumenidi – o Furie – dell’Orestea di Eschilo e raffigurano tre creature antropomorfe che si contorcono su uno sfondo color arancio bruciato. Il quadro venne dipinto dall’artista in sole due settimane. 

I Tre Studi sono generalmente considerati il ​​primo pezzo maturo di Bacon. Quando il dipinto fu esposto per la prima volta nel 1945 fece scalpore e rivoluzionò il mondo artistico, rendendo Bacon uno dei pittori più importanti del dopoguerra. 

Note sono le parole  del critico John Russell sul dipinto “c’è una pittura in Inghilterra prima dei  Three Studies e una pittura dopo; e nessuno può confondere i due periodi”.

Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion – Francis Bacon è uno dei capolavori ospitati alla Tate Britain di Londra

5. Love Locked Out – Anna Lea Merritt, 1890

Questo affascinante dipinto è dedicato al marito dell’artista, che morì tragicamente appena due mesi dopo le loro nozze. Mostra il giovane Cupido fuori dalla porta di una tomba. E’ in attesa che la porta della morte venga aperta in modo che la coppia di amanti possa finalmente riunirsi. 

Curiosità: Nonostante la Merritt fosse un’artista stimata in epoca vittoriana, dipingere nudi maschili non era considerato appropriato per una donna ai quei tempi. L’artista riuscì a non essere censurata in quanto utilizzò un bambino come modello. 

Love Locked out - Anna Lea Merritt

6. The Lady of Shalott – John William Waterhouse , 1888

Il dipinto si ispira ad una poesia del poeta Alfred Tennyson (1809-1892). La poesia narra di una fanciulla alla quale, per un maleficio, era proibito guardare direttamente la realtà.  Era condannata a vedere il mondo attraverso uno specchio e trascorreva il tempo tessendo ciò che vedeva in un arazzo. Un giorno la donna vide Sir Lancillotto passare nel riflesso dello specchio e se ne innamorò. Così prese una barca per raggiungere Camelot e sapendo di andare incontro a morte certa intonò un malinconico canto. 

Il suo corpo congelato fu ritrovato dai cavalieri di Camelot, tra cui l’amato, ma inconsapevole, Lancillotto.

7. Hope – George Frederic Watts, 1886

Nonostante il titolo ottimista, questo dipinto con le sue ambiguità trasmette una certa angoscia. Watts ha dipinto la Speranza nelle vesti di una donna cieca seduta su un globo. La donna suona una lira che ha tutte le corde spezzate tranne una. China la testa per udire la debole musica.  L’atmosfera generale è di tristezza e desolazione piuttosto che di speranza.  Il senso di malinconia dell’immagine è esaltato dalla morbida pennellata e dalle nebbie traslucide che avvolgono il globo. La speranza qui appare debole ed indifesa di fronte ai mali del mondo. 

Hope di GF Watts è uno dei capolavori della Tate Britain di Londra

8. Sancta Lilias – Dante Gabriel Rossetti

Dante Gabriel Rossetti è considerato, insieme a John Everett Millais, uno massimi esponenti della corrente preraffaelita. Rossetti nacque in Inghilterra da padre originario di Vasto e madre italo-britannica.

Sancta Lilias è considerata unanimamente uno dei capolvori della Tate Britain. Nel dipinto la giovane è ritratta come un’icona bizantina: il viso in primo piano è incorniciato dalla chioma fulva che ha la funzione di distaccare la sua veste dorata dallo sfondo; le sette stelle che le circondano il capo alludono probabilmente alla costellazione delle Pleiadi.

Sancta Lilias

Il soggetto deriva da una delle poesie di Rossetti: 

The blessed damozel leaned out
From the gold bar of Heaven;
Her eyes were deeper than the depth
Of waters stilled at even;
She had three lilies in her hand,
And the stars in her hair were seven.

La poesia racconta il desiderio di una donna morta per il suo amante ancora vivo. 

Il quadro e poesia evocano una vicenda tragica della vita di Rossetti: la morte prematura dell’amata Lizzie Siddal causata da overdose di laudano.

9.  The Cholmondeley Ladies – Artista sconosciuto, c.1600–10 

Questo è probabilmente il più enigmatico tra i dipinti di questa lista di capolavori della Tate Britain. Raffigura due giovani donne sedute su un letto, elengatemente vestite, ciascuna con in braccio un neonato. L’autore è sconosciuto. 

Secondo l’iscrizione in lettere d’oro in basso a sinistra, il dipinto, mostra “Due donne della famiglia Cholmondeley, nate lo stesso giorno, sposate lo stesso giorno e che hanno partorito lo stesso giorno”.

The Cholmondeley Ladies

A prima vista, le due donne e i loro due bambini sembrano quasi identici, le madri indossano abiti elaborati e decorati con pizzi e gioielli, i bambini sono avvolti in una veste battesimale e tenuti in posizione simile. Tuttavia, ad un esame più attento, numerosi dettagli dell’abbigliamento, dei gioielli e del viso sono diversi . Le donne potrebbero essere gemelle, ma il diverso colore degli occhi dimostra che non sono gemelle identiche. Questo dipinto racchiude più domande che risposte. La posa non è mai stata utilizzata in nessun altro dipinto britannico, ma è stata spesso vista nell’arte funeraria del tempo.

10. Self portrait – J.W. Turner, 1799

La Tate Britain ospita la più grande collezione di opere di Joseph Mallord William Turner (1775–1851). Descritto come il “padre dell’arte moderna” da John Ruskin, Turner ha spesso scioccato i suoi contemporanei con la sua pennellata sciolta e la vibrante tavolozza di colori mentre ritraeva il mondo moderno come nessun altro artista dell’epoca.

Self portrait, JW Turner

Se visitate la tate Britain non potete non dedicare un pò di tempo ad ammirare la sezione dedicata a questo grande artista romantico. L’autoritratto è solo una buona scusa per proseguire l’esplorazione delle opere di quello che è considerato uno dei più grandi pittori della storia. Come è noto, i suoi quadri furono fonte di ispirazione per gli impressionisti. 

Turner dipinse questo autoritratto intorno al 1799 quando aveva 24 anni. Forse intendeva celebrare la sua elezione come associato della Royal Academy avvenuta proprio in quell’anno. Nonostante la sua giovane età, Turner si era già fatto un nome come pittore originale, affermato e dotato di grande abilità tecnica.

Curiosità: Se questo ritratto vi sembra familiare non c’e da stupirsi. Compare infatti sulla banconota da 20 sterline emessa dalla Banca d’Inghilterra nel marzo 2020.


Informazioni pratiche

Come raggiungere la Tate Britain:

La fermata metro più vicina è Pimlico (ca. 600 mt). In bus: l’87 e il 137 si fermano hanno una fermata a pochi mt dall’ingresso su Millbank.

L’ingresso è gratuito. Nel museo ci sono un paio di coffee shop che offrono bevande e snack e un negozio di souvenir ben fornito.

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